Struttura Tematica

SICUREZZA ELETTRICA

La colonna “Tema” rappresenta il contenuto, mentre la colonna “Correlazione” rappresenta il predicato tematico della sicurezza elettrica

Declinazione 

Gli articoli “post” pubblicati saranno sempre correlati alla “Struttura Tematica” sulla sicurezza elettrica

Fonti (sicurezza elettrica)

  • Corso di Sicurezza elettrica presso il Politecnico di Milano, nell’ambito della laurea in ingegneria elettrica di primo e secondo livello
  • Leggi, Ordinanze federali e norme riconosciute dai Comitati IEC, CENELEC, CES, CEI
  • Documentazione DATEC, UFE, ESTI, SUVA
  • trentennale esperienza professionale 

 

 

Modulo

Tema

Correlazione

LEGGE-

ORDINARE UN ZA-

Norma EN-SN EN-

NIBT 2 025- SN       

WS0

Principi generali di sicurezza elettrica

SICUREZZA ELETTRICA:

-PERICOLO: Potenziale sorgente di danno ed è una proprietà intrinseca dei sistemi elettrici e definito come il complemento a uno della sicurezza.

-DANNO: conseguenza negativa determinata dalla degenerazione del pericolo a causa di un evento.

-SICUREZZA: è un elemento probabilistico, espresso da un numero tra 0 e 1, che rappresenta il rapporto (nel dominio del tempo) fra il numero n(t) degli oggetti non affetti da quel guasto dopo il tempo te il numero totale degli oggetti N. Quindi la sicurezza S può essere espressa con la relazione: S(t)=eexp[-tao*t].

-TAO (tasso di guasto): -1/n(t)*dn(t)/dt.

-RISCHIO: rappresenta la probabilità che un pericolo degeneri in un danno e nel caso in cui degeneri la magnitudo del danno.

-LIVELLO DI SICUREZZA ACCETTABILE (caso di forza maggiore o caso fortuito).

-CURVA SICUREZZA-COSTO.

-VALORE GIURIDICO DELLE NORME (regola dell’arte-regole riconosciute dalla tecnica).

734.2 art.4: Sicurezza-pericolo-Ordinanza-regole riconosciute della tecnica-

CEI-CENELEC-SN-

734.2 art.1-17: Presenza di pericoli incombenti …… con adozione di misure immediate

WS1

Corrente elettrica e corpo umano

 

SICUREZZA ELETTRICA:

-PERICOLOSITA INTRINSECA DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO: mediante l’utilizzo di modelli standardizzati e statistici derivati ​​dallo studio su animali, tramite la legge di OHM e per equivalenza, si parla di tensione (vedere norma CEI64/NIBT (1000Vac-1500Vdc).

-QUALIFICAZIONE DELLA CORRENTE ELETTRICA: natura, frequenza e forma d’onda.

-TEMPO DI ESPOSIZIONE è un ulteriore fattore di rischio: tempi dell’ordine di centinaia di ms., compatibile con i tempi delle protezioni elettriche.

-ORIGINE della corrente: correnti condotte (contatto diretto parti in tensione), correnti indotte (esposizione campi elettrici e magnetici).

-EFFETTI PRINCIPALI: cellula nervosa (comando ai muscoli sbagliati con effetto immediato), vasi sanguigni (fenomeni elettrolitici con effetti a lungo tempo), sistema cardiaco celebrale, effetti JOULE.

-FENOMENI PRINCIPALI: Tetanizzazione (contrazione del muscolo sbagliato), arresto della respirazione, fibrillazione ventricolare e ustioni.

-MODELLO CORPO UMANO come un insieme di cellule, ioni e acqua (conduttore elettrico).

-MODELLO CELLULA (come pompa metabolica): membrana cellulare con separazione degli ioni K+ (potassio) e Na+ (sodio).

MODELLO CELLULA COME CONDENSATORE: la cellula, tramite la membrana, espelle gli ioni di sodio non compensati da quelli di potassio interni, determina una carica negativa interna (-70mV a riposo).

-COMPORTAMENTO CELLULA: quando la cellula riceve uno stimolo, proveniente dal ricevitore, il potenziale si inverte (+35mV) per un certo periodo di tempo e poi torna in condizioni di riposo.

-PERIODO REFRATTARIO (t refrattario 20ms, t fronte salita 5ms).

-I=I0/(1-e exp(-t/H)).

-REOBASE (I0).

-CRONASIA (2I0).

-NEURONI (cellule trasmettitrici di stimoli elettrici in forma binaria).

-FIBRE MIELINICHE: aumento sezione del collegamento tra neuroni

NODI DI RANVIER: ripetitori di segnale.

-ACCOMODAZIONE: quando lo stipolo duri ininterrottamente per tempi più lunghi del periodo refrattario (lo stimolo produce l’eccitamento all’inizio, ma poi dopo il periodo refrattario non produce un nuovo eccitamento).

-SOGLIA DI SENSIBILITA (punti di passaggio corrente elettrica, intensità e natura corrente elettrica, durata, costituzione fisica della persona colpita, frequenza).

-SOGLIA DI PERCEZIONE (0,5mA ca, 2mA cc, 0,45 micro A elettrodi sulla lingua).

-PERIODO DI VULNERABILITA: brevissimo intervallo di tempo in cui l’instabilità del ventricolo coincide con un’elevata probabilità di innesco della fibrillazione, per effetto dello shock elettrico.

CORRENTE CONTINUA/ALTERNATA; sia per l’effetto di accomodazione sia per il periodo di vulnerabilità la corrente alternata è più pericolosa di quella continua.

-CURVA LOGARITMICA CORRENTE/TEMPO (percorso mano sx-piedi IEC-60479-corrente alternata frequenza (15-100) Hz).

 

734.2 art.3: Definizioni-

SN EN61140

WS2

Il terreno conduttore elettrico generalità sulla protezione contro i contatti indiretti

SICUREZZA ELETTRICA:

-Terreno non è un buon conduttore elettrico ma non è neppure un isolante.

-PROPRIETA DEL TERRENO COME CONDUTTORE: punto di riferimento nella tensione elettrica e nelle telecomunicazioni, conduttore di chiusura dei circuiti e utile alla riduzione del danno conseguente ad un guasto (coordinamento con impianti di protezione).

-MODELLO DISPERSORE EMISFERICO CON TERRENO ISOTROPO: si può dimostrare che la resistenza di terra si concentra prevalentemente (tra r0 e 2r0 la metà) negli strati vicini al dispersore.

-CRITICITA DEI DISPERSORI: stabilità chimica contro la corrosione, zone critiche contro la tensione di passo e contatto in prossimità del dispersore (allontanandosi dal dispersore, qualunque sia la forma del dispersore, il campo di corrente tende a diventare emisferico con resistività del terreno costante).

-DEFINIZIONE DELL’ISOLAMENTO DI UN APPARECCHIO: funzionale, principale, supplementare.

-DEFINIZIONE CONTATTO DIRETTO/INDIRETTO.

-DEFINIZIONE DI MASSA/MASSA ESTRANEA.

-METODI DI PROTEZIONE (attiva e passiva).

-CLASSIFICAZIONE DEGLI APPARECCHI (classe 0, 1, 2, 3).

-CURVA DI SICUREZZA: corrente-tempo (IEC-60479), tensione tempo (costruita partendo dalla curva di sicurezza corrente-tempo, tramite la legge di OHM).

-ALGORITMO COSTRUZIONE CURVA SICUREZZA TENSIONE-TEMPO (ca/cc, condizioni normali e particolari, modellazione corpo umano).

734.2 art.3: Definizioni

WS3.1

Classificazione sistemi elettrici

SICUREZZA ELETTRICA:

-TENSIONE NOMINALE VERSO TERRA.

-CENTRO STELLA COLLEGATO A TERRA/ISOLATO.

-CATEGORIE DI TENSIONE SECONDO LA NORMATIVA (0-I-II-III).

-CLASSIFICAZIONE (TT-TN-IT).

734.2 art.3: Definizioni

WS3.2

Premesse generali sulla protezione contro i contatti diretti ed indiretti validi per tutti i sistemi

SICUREZZA ELETTRICA:

-NIBT 4.1.0.3 Requisiti generali.

– NIBT 4.1.0.3.1 disposizioni sulle tensioni.

– NIBT 4.1.0.3.2 combinazione delle misure di protezione.

– NIBT 4.1.0.3.3 una o più misure in funzione degli influssi esterni.

-NIBT 4.1.0.3.4 capitolo 7NIBT.

– NIBT 4.1.0.3.5 secondo NIBT 4.1.B.

-NIBT 4.1.0.3.6 secondo NIBT 4.1.C.

– NIBT 4.1.0.3.7 misure equivalenti come esempio NIBT 4.1.1.7.

– NIBT 4.1.0.3.8 interferenza delle protezioni.

– NIBT 4.1.0.3.9 rinuncio misure protezioni (esempio dimensioni inferiori 50mmX50mm).

4.1.0 prefazione SN EN61140 esempi:

4.6.2 reazione muscolare

5.2.2 isolamento di base

5.2.6 limitazione della tensione

5.7 limitazione della corrente di contatto…

5.3.3 collegamento equipotenziale di protezione

5.3.6 disconnessione automatica dell’alimentazione

5.5.1 Protezione aggiuntiva mediante dispositivi (RCD) Idn<= 30mA

WS3.3

Protezione contro i contatti indiretti nei sistemi TT

SICUREZZA ELETTRICA:

-Corrente di guasto limitata dagli impianti di terra del distributore e dell’utente, quindi correnti basse.

-La messa a terra del neutro del centro stella (sistemi TT e TN) serve ad ottenere un potenziale di riferimento.

-UT: tensione del dispersore, rispetto ad un punto lontano, durante un guasto.

-CONDIZIONE DI SICUREZZA: UC<=UC0<=UT=UL.

-Lontano dal dispersore (condizione più sfavorevole): UC0=UT=RE*Ig (RE= terra utente).

-Circuito equivalente, resistenze di terra fornitore + utente, tensione equivalente Thevenin e corrente di guasto->protezioni a “massima corrente” non efficace-> protezione differenziale necessaria.

-UT<=UL (25-50)V: se la condizione non è rispettata, si deve garantire l’intervento automatico delle protezioni (massima corrente) entro 5 secondi oppure 1 secondo per protezione differenziale.

-CONDIZIONE DI SICUREZZA COORDINATA CON IMPIANTI DI TERRA: RE<=UL/Idn (1-5s).

-Impianti di terra comuni a più derivazioni: utilizzo Idn massimo.

-SCHERMATO DI CONDUTTURA: l’efficacia della protezione differenziale è assicurata con l’accorgimento di compensare la corrente sulla schermatura.

-Principio funzionamento differenziali monofase-trifase-Idn-Idn/2-tempo massimo di interruzione-tempo massimo di non funzionamento.

-Divieto di impianti di terra separati a valle stesso differenziale

-EQUIPOTENZIALITA: essendo RE>>>rispetto al conduttore di protezione, in caso di guasto la tensione verso terra sell’ impianto si trova prevalentemente tutta su RE e quindi tutte le masse collegate al PE si porteranno allo stesso potenziale. Le masse estranee devono quindi essere implementate al collegamento equipotenziale, immediatamente all’ingresso dell’edificio. Il collegamento equipotenziale migliore anche l’impianto di terra.

NIBT

WS3.4

Protezione contro i contatti indiretti nei sistemi TN

SICUREZZA ELETTRICA:

-Il guasto che determina il contatto indiretto avviene sull’anello di guasto e non interessa la terra: nel punto in cui avviene il guasto si determina un aumento su tutte le masse collegate localmente allo stesso punto di distribuzione; questa tensione diminuisce avvicinandosi alla messa a terra del neutro del trasformatore.

-Anello di guasto, resistenza, tensione equivalente Thevenin e corrente di guasto->protezioni a “massima corrente”.

-Curva tensione-tempo condizioni ordinarie (0,4s, 50-120V) e particolari (0,2s, 25-60V) in tensione alternata e continua internamente ed esternamente area equipotenziale.

-Fuori dall’area equipotenziale (Uco da 92V a 115V) i tempi di 0,2s e 0,4s non rispettano più la curva di sicurezza definita a livello internazionale per cui si devono adottare misure supplementari (FI, equipotenziali locali, ecc.).

-IKl-pe basse per linee lunghe (uso FI).

-Casi limiti per t=5S (distribuzione-circuiti terminali con In>32A) soluzione con EQS-distribuzione radiale: la permanenza di una tensione di guasto su tutte le masse locali comprese quelle di apparecchiature mobili/portatili, superiori ai 50V, per oltre 0,4s fino a 5s è consentita poiché si valuta poco probabile il contatto tra massa e massa estranea in quel periodo di tempo di 5s.

-Tensione sull’impianto di terra del N per guasti a terra in alta tensione e bassa tensione: verifica condizione Ig*Rn<Vl (secondo EN 50522).

-Sul conduttore PEN nel TNC per: correnti di squilibrio importanti, somma vettoriale terza armonica carichi non lineari, corto circuito FN, interruzione del conduttore N.

1.3.1.2/.1.2 Curva sicurezza protezione base contatto diretto

4.1.1.3.2/.1.6

EQP e tempi di interruzione minimi

4.1.1.4/.1.4

Sistemi TN requisiti necessari

 

WS3.5

Protezione contro i contatti indiretti nei sistemi IT

SICUREZZA ELETTRICA:

-Continuità di servizio e correnti di dispersione limitata dovuta solo alle correnti capacitive, riduzione pericolo incendio ed esplosione, ottimizzazione del processo manutentivo.

-Nel caso del 1° guasto si ha lo spostamento del neutro virtuale virtualmente al potenziale di terra, tensione verso terra è quella concatenata, sulla linea guasta il verso della corrente di dispersione è inverso rispetto a tutte le altre linee, la tensione concatenata verso terra eleva il rischio del secondo guasto.

-Re*Id>=Ul (50v).

-Il secondo guasto interessa due fasi e quindi impatta sulla continuità di servizio, il sistema diventa TT se le masse sono collegate ad impianti di terra separati o TN se le masse sono collegate allo stesso impianto di terra.

– Controllore CPI è il sistema di monitoraggio permanente e presidiato che verifica l’evento del 1° guasto che può essere tramite tre spie o tramite generatore 2,5Hz di frequenza (eliminazione quasi completa della reattanza delle capacità, effetti elettrolitici e permette l’identificazione della corrente iniettata rispetto a quella di carico.

-Ricerca guasti tramite CPI principali e sensori sulle linee principali e ricerca puntuale tramite rilevatore portatile.

-Neutro non distribuito: Zs<= V/2Ia contempi uguali a quelli TN, Neutro distribuito Zs'<= V0/2Ia non tempi doppi rispetto a quelli TN.

-Fattore due derivato dal doppio possibile “anello di guasto”.

-Neutro distribuito è il sistema più critico per: correnti di cc più basse, collegamento errato del neutro a terra vanificando il sistema IT, problemi dovuti ad eventuali guasti sulla media tensione.

NIBT

 

WS3.6

Protezione contro i contatti indiretti senza interruzione automatica del circuito

SICUREZZA ELETTRICA:

-APPARECCHI DI CLASSE II.

-ISOLAMENTO.

-SEPARAZIONE ELETTRICA.

-LOCALI NON CONDUTTORI.

-EQUIPOTENZIALE LOCALE NON CONNESSO A TERRA.

-PROTEZIONE PER LIMITAZIONE DELLA CARICA ELETTRICA.

-SISTEMI A BASSISIMA TENSIONE DI SICUREZZA.

NIBT

 

WS3.7

Protezione contro i contatti diretti

SICUREZZA ELETTRICA:

-IPXXB: accessibile dito di prova e sfera D12,5mm, parti attive non accessibili.

-IPXXD: (superfici orizzontali) accessibile filo di prova rigido D1mm l=100mm, parti attive non accessibili.

-Protezioni parziali: ostacoli che impediscono il contatto accidentale con parti attive senza fornire nessun grado IP, barriere fisse e rimovibili solo con uso di attrezzi (grado IPXXB).

-Distanziamenti con parti attive, nei luoghi di passaggio e volumetrici.

-Procedura di sicurezza lavori con rischio elettrico.

-Le tre tipologie di lavoro elettrico che sono: fuori tensione, in prossimità e sotto tensione.

-Le misure di protezione per i lavori elettrici entro la distanza DV sono rivolte a due tipi di rischio elettrico: shock elettrico e/o archi elettrici

Prevenzione : persone formate al rischio elettrico, assenza di tensione, attrezzatura e posizione adeguata, barriera o rispetto distanze lavori in prossimità

: utilizzo di DPI quali guanti, casco con visiera, teli isolanti, protezione indumenti.

-DL: lavori sotto tensione, DL=0 in bassa tensione con sorveglianza e persone idonee (idoneità riconosciuta dal datore del lavoro).

-DV: lavori in prossimità, DL=30cm in bassa tensione con sorveglianza o barriera e persone esperte e/o avvertite.

-DA9: lavori non elettrici con rischio elettrico eseguiti da persone comuni con sorveglianza o procedura.

-DPI da utilizzare nelle distanze DL e DV.

734.2 art.10:

Protezione dal contatto… pericoli….

734.2 art.11: Persona esperta e addestrata

734.2 art.12: pericoli esistenti…

734.2 art.14: Misure preventive

734.2 art.17: Obbligo di controllo e manutenzione

WS3.8

Interruttori differenziali e protezione contro i contatti diretti

SICUREZZA ELETTRICA:

-FI: sono una misura di protezione attiva aggiuntiva contro i contatti diretti (oltre che alla protezione contro i contatti indiretti come misura principale). Le misure di protezione, contro i contatti diretti sono l’isolamento, gli involucri e le barriere.

-I casi in cui FI non interviene sono:

1) FI monofase e contatto prima col neutro e poi con la fase (caso scala)

2) FI trifase con due carichi monofase con dispersioni 30mA richiede 60mA per intervenire, nel caso di contatto sulla terza fase

3) cortocircuito sulla bobina dell’FI sul conduttore del neutro, in prossimità dell’apparecchio FI (piccola spira induttiva e quindi possibile desensibilizzazione dell’FI).

-Influenza correnti di unidirezionali (tipo raddrizzatori a diodo) o continue (somma algebrica terza armonica (tipo carichi non lineari): il ciclo di isteresi prodotto da una corrente continua o con componente continua è ridotto e quindi FEM prodotta dalla variazione di flusso è limitata; richiesti altri principi di rilevamento.

FI tipo AC-AFB-B+.

-Per evitare influenze negative delle varie forme della corrente di dispersione le differenziali installazioni a monte devono essere di categoria uguale o superiore rispetto a quelle installazioni a valle.

NIBT

 

WS3.9

Sistemi a bassissima tensione SELV-FELV-PELV

SICUREZZA ELETTRICA:

-Rientra nei metodi di protezione passiva (non attivati ​​dal comando umano diretto o indiretto) che sono:

1) Bassissima tensione di sicurezza (50Vca, 120Vcc)

2) Apparecchiature con isolamento doppio o rinforzato

3) Locali isolati con collegamento equipotenziale non collegato a terra.

-I principi fondamentali della bassissima tensione di sicurezza sono:

A) Utilizzo di una sorgente di sicurezza (trasformatore di sicurezza, generatore, batteria, gruppo statico)

B) Separazione dei circuiti o isolamento contro la tensione totale di terra per i circuiti a tensione più alta e utilizzo di appropriate prese.

-SELV: Bassa tensione di sicurezza (bassissima tensione di sicurezza).

-PELV: Bassissima tensione di protezione.

-FELV: Bassissima tensione funzionale (bassissima tensione di funzionamento.)

-IPXXB se tensione 50Vca/120Vcc, se inferiore nessun IP richiesto.

SELV:

-Apparecchiature non devono essere collegate a terra e se hanno il morsetto di terra (classe III) non devono essere collegate tra di loro.

-Trasformatore secondo A, (25-40) KVA massimo (mono e trifase), resistente al cortocircuito e sovraccarico otura schermatura metallica tra i due avvolgimenti, collegato a terra.

-L’utilizzo dello schermo metallico tra il primario e secondario del trasformatore, in caso di guasto a terra del secondario tramite lo schermo, potrebbe portare una tensione di guasto, su una massa di un’apparecchiatura collegata al secondario dopo il suo guasto (primo guasto), uguale alla tensione del secondario più la tensione che ci sarebbe sulla terra dopo un secondo guasto sul circuito primario.

PELV:

-Per ragioni funzionali si rinuncia all’assenza del collegamento a terra (SELV), collegando a terra un polo dell’avvolgimento del secondario: questa diventa una terra funzionale (effetti sui segnali digitali o praticità dell’utilizzo di un conduttore collegato a terra). Nel caso in cui la sorgente di sicurezza è un trasformatore ci si affida ai tempi di intervento delle protezioni sul primario e all’equipotenziali dell’area.

-25Vca/60Vcc nel caso in cui la protezione contro i contatti diretti non può essere garantita con l’equipotenziale (tensione massima di contatto sulle persone, come nei sistemi SELV, di U2, si ricorre alla riduzione della tensione del secondario.

Problemi per circuiti SELV e PELV: incendi o esplosioni dovuti ad archi elettrici o sovracorrenti, in caso di guasto sul secondario.

FELV:

-Tensione<50V.

-La sorgente non è di sicurezza e quindi si devono collegare a terra le masse delle apparecchiature di classe III alimentate dal secondario, per consentire nel caso di un guasto tra primario e secondario, l’intervento delle protezioni sul primario.

OIBT-NIBT

 

WS3.10

Esecuzione dell’impianto di terra

 

Codice SN-4113

WS4

Applicazione delle misure di protezione contro i contatti diretti e indiretti

 

734.2 art.1: Campo di validità

734.2 art.20: Disposizioni generali

WS5

Sezionamento e comando

 

734.2 art.21:Dispositivi di sezionamento

WS6

Protezione contro le sovracorrenti

 

OIBT-NIBT

4.3.3.1

WS7

Valutazione rischio scariche atmosferiche

CEI 81-10 parte 2

-Si deve verificare che R<Rt, dove R è il rischio relativo alla struttura (attività, numero persone, ecc.).

-Se R<Rt la struttura è autoprotetta, altrimenti si devono apportare correttivi a fin che la relazione sia verificata.

-La R è la somma di una serie di componenti e la si deve calcolare per tutti i tipi di perdita sociale: L1=perdita vita umana (10esp.-5/anni), L2=perdita di servizio pubblico (10esp.-3/anni), L3=perdita patrimonio culturale (10esp.-4/anni), L4 (perdita economica); quindi la relazione deve essere verificata per ogni tipo di perdita (L1, L2, L3) se presente.

-Le componenti di rischio, classificate dalla norma con delle lettere (A, B, C, M, U, V, W, Z), devono essere calcolate singolarmente secondo il metodo del calcolo del rischio: R=N(fulmini/anno sull’area di raccolta), P(probabilità del danno in funzione del livello LPL di protezione della struttura, sono quattro classi: I-II-III-IV, e misure addizionali contro tensioni di passo e contatto), L(entità del danno per ogni livello), quindi Rx=Nx*Px*Lx.

-Le componenti di rischio sono inquadrate in una tabella che, come righe, ha il tipo di danno (D1, D2, D3) e come colonne la sorgente del danno (S1, S2, S3, S4) che riguardano la fulminazione diretta o indiretta della struttura o delle linee entranti.

-In generale, per ridurre le componenti di rischio, si interviene su quello con maggiore rischio relativo con soluzioni che possono essere: conformi, alternative, in deroga

 

WS8

WS9

Prevenzione incendi

Rischio Esplosione

-Incendio: quando non è più possibile controllare la reazione chimica.

-Classificazione dei fuochi (sostanza solida, liquida, gas) serve a identificare gli estintori portatili come misura protettiva.

-I principi di combustione, necessari ma non sufficienti se non presenti le condizioni ambienti necessarie, sono: combustibile, comburente, sorgente di innesco.

-Per spegnere l’incendio si deve agire su questi elementi, ad esempio: eliminare il combustibile intercettando l’ingresso del gas, eliminare il comburente togliendo l’ossigeno con coperte o con saturazione dell’ambiente con gas, eliminare la sorgente d’innesco togliendo calore al fuoco con acqua o schiuma.

-Sorgente di innesco può essere diretta o indiretta per conduzione, convezione o irraggiamento termico.

-Le strutture edili devono possedere caratteristiche tali per resistere all’incendio e non propagarlo. Queste strutture devono resistere al tempo definito dal carico d’incendio; tipicamente si classificano con l’acronimo REI ei minuti di resistenza.

-La temperatura di infiammabilità, riguarda la combustione dei liquidi infiammabili, e definisce il valore minimo di temperatura per la quale il liquido è in grado di sviluppare vapore in quantità sufficiente, che miscelata con l’aria può dar luogo ad una miscela in grado di bruciare.

-I limiti di infiammabilità, riferiti a liquidi o gas infiammabili, si comunicava la concentrazione minima e massima al fine che avvenga la combustione.

-L’esplosione è una combustione dove si ha l’aumento di pressione dovuto all’accelerazione del fronte di fiamma; quando la velocità del fronte di fiamma è inferiore a quella del suono si parla di deflagrazione, quando è maggiore si parla di detonazione.

-Le sostanze che hanno internamente, a livello atomico, il comburente libero sono definite esplosive.

-Lo scoppio avviene quando non si ha nessuna reazione chimica.

-Il Rischio rappresenta la frequenza dell’incendio per la sua magnitudo (entità del danno).

-Le misure di prevenzione incendi sono rivolte ad abbassare la frequenza, mentre quelle di protezione ad abbassare la magnitudo.

-PREVENZIONE: impianti elettrici a regola dell’arte, protezione dalle scariche atmosferiche, ventilazione, materiali incombustibili.

-PROTEZIONE può essere passiva come le vie di fuga, le segnalazioni, caratteristiche della struttura, attiva (quando attivata a causa dell’evento) presidi antiincendio, impianti incendio, sprinkler.

-REI.

-Scomparto antincendio.

-Carico d’incendio.

-Vie di fuga, scala.

-Reazione al fuoco dei materiali ignifughi classificazione secondo norme.

734.2 art.6: Protezione dagli incendi

 

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